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Explorations on domestic change in Italy

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2014/09/21

Genova – immigrati e proprietari/immigrants and house-owners


Ecuadoriani a Genova
Francesco Gastaldi


La presenza degli ecuadoriani ha caratterizzato una fase rilevante dei processi migratori a Genova. Dalla seconda metà degli anni Novanta il forte incremento di questa nazionalità vede mutare i processi insediativi degli stranieri che fino ad allora avevano caratterizzato in modo prevalente il centro storico. Con l’arrivo dei sudamericani si assiste ad una dispersione delle presenze in altre zone della città. Per tutti gli anni duemila la comunità ecuadoriana continua a crescere, diventando la più rappresentativa (17.694 residenti a fine 2012).

Le donne sono in numero maggiore rispetto agli uomini e svolgono lavori di cura nelle famiglie; in una città in cui il 27,4 % della popolazione residente è costituito da persone con oltre 65 anni di età, la richiesta di collaboratrici domestiche e di assistenza è molto elevata. I maschi si dedicano ad attività legate all’edilizia, imprese di pulizia e settore dei trasporti. Si segnalano, inoltre, impieghi nelle attività lavorative legate al turismo e ai beni di consumo (alberghi, ristoranti, pizzerie, panifici) e nelle piccole imprese. Gli ecuadoriani si sono insediati nelle zone più densamente edificate, spesso in ambiti di bassa qualità urbana, in zone con alta intensità di traffico (e inquinamento), in quote di patrimonio situate ai piani più bassi. Molti hanno comprato abitazioni a basso prezzo che hanno ristrutturato con imprese famigliari o di connazionali. In una spirale cumulativa che si è progressivamente alimentata, la presenza degli immigrati (e talvolta il loro stile di vita) ha provocato processi di stigmatizzazione, andando ad aggravare ulteriormente la percezione negativa di alcuni quartieri da parte degli italiani. In alcune aree di Sampierdarena (via Buranello, Lungomare Canepa, Campasso, via Walter Fillak, via Rollando), a Cornigliano, Rivarolo, Teglia e Certosa i valori immobiliari stanno avendo picchi verso il basso molto rilevanti. Un nuovo polo di insediamento per gli ecuadoriani si va delineando nell’ultimo decennio in bassa Val Bisagno tra Staglieno, Marassi e San Fruttuoso (zona dell’intervista) in abitazioni realizzate durante il boom edilizio degli anni cinquanta e sessanta.

Un fenomeno recentissimo, ancora non completamente quantificabile in termini numerici, riguarda la tendenza, dovuta alla recente crisi economica, a tornare in patria. L’Ecuador sta vivendo una stagione di crescita e sviluppo e il governo prevede programmi per facilitare il ritorno nel paese d’origine. I dati anagrafici segnalano un minor numero di arrivi e la decrescita delle richieste di ricongiungimenti familiari, i dati disponibili per l’anno 2013 registrano per la prima volta una leggera diminuzione degli ecuadoriani residenti. Altri se ne vorrebbero andare, ma l’aver contratto mutui o il non riuscire a collocare la casa sul mercato immobiliare limita le partenze.

Il caso studio, anche attraverso l’intervista, mira a ricostruire il quadro socio-economico attuale della presenza degli immigrati ecuadoriani a Genova delineando tendenze alla stabilizzazione e/o possibili percorsi di ritorno al paese d’origine, accesso al mercato del lavoro, uso del patrimonio abitativo, stili di vita, tempo libero, utilizzo di spazi e servizi pubblici, con particolare riferimento alla zona di San Fruttuoso-Marassi. Alla dismissione industriale degli anni ottanta è seguito, nell’ultimo decennio, l’abbandono dei centri commerciali e dei servizi, con pesanti conseguenze sull’economia locale. La costruzione di nuove superstrade nell’area metropolitana di Napoli ha inoltre reso meno attrattiva la prima periferia, spostando l’interesse immobiliare nei comuni più esterni, dove il prezzo degli alloggi è più basso e migliore è la qualità ambientale.



Ecuadorians in Genoa
Francesco Gastaldi


The presence of the Ecuadorean community has characterized a relevant phase of migratory processes in Genoa. Since the second half of the 1990s, the strong increase of this community has caused a change in foreigner immigrants’ settlement choices, which until that time had prevalently addressed the historic center of Genoa. After arrival of this South American community there were a dispersion of immigrants in other parts of the city. Along the 2000s the Ecuadoreans have continued to increase, becoming the most important immigrant community in Genoa (17.694 residents at the end of 2012).

Women are in higher numbers than the men, and mostly perform care works for the Italian families. As in the city of Genoa the 27,4% of the resident population is over than 65 years old, there is a very high request for housekeepers and assistance workers. Men are engaged in activities connected to the building sector, in cleaning companies and in transportation. Some of them also work in tourism, in activities related to consumer goods (hotels, restaurants, pizzerie, bakeries) and in small companies. The Ecuadoreans have settled in the most dense built areas of the city, often marked by a low urban quality and a high intensity of traffic and pollution, often occupying the lower floors of the buildings. Most of them have bought dwellings at low prices and have then restructured the apartments with the help of relatives or fellow countrymen. In a cumulative spiral, which has been fuelled progressively, the presence of immigrants (and sometimes of their life style) has caused stigmatization processes, which have increased the negative perception of some districts from the part of the Italian population. In some areas of Sampierdarena (via Buranello, Lungomare Canepa, Campasso, via Walter Fillak, via Rolando), in Cornigliano, Rivarolo, Teglia and Certosa, real estate values are having very relevant bottom peaks. A new Ecuadorean settlement pole has been growing, during the last decade, in Val Bisagno, among Staglieno, Marassi and San Fruttuoso (the area of the interview), occupying dwellings that had been erected during the building boom of the 1950s-60s.

There is at present a tendency, which is not possible to fully quantify yet, for Ecuadoreans to go back to their homeland in response to the Italian economic crisis. Ecuador is experiencing a season of growth and development and the Ecuadorean government is providing programs to facilitate the return of former emigrants to their home country. Statistics are suggesting a decrease in the number of new arrivals and in the number of requests for family reunification. The first data available for 2013 are registering for the first time a light decrease of the Ecuadoreans resident in Genova. More members of the community would like to go back to their country, but the fact of having obtained loans or the difficulty to find buyers for their house on the real estate market are factors that hinder departure.

The case study aims, also through the interview, at reconstructing the socio-economic frame of the presence of Ecuadorean immigrants in Genoa, delineating stabilization trends and/or paths for return to homeland, forms of access to the labor market, uses of the housing stock, lifestyles and free time, uses of public spaces services – with particular reference to the San Fruttuoso-Marassi area.



Guarda l’intervista in HD su Youtube/Watch the interview in HD on Youtube


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Genova – immigrati e proprietari/<i>immigrants and house-owners</i>
Genova – immigrati e proprietari/<i>immigrants and house-owners</i>