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Explorations on domestic change in Italy

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2014/09/28

Milano – ospitalità domestica/home hospitality


Stanze (sottoutilizzate) in offerta
Federico Zanfi


Le famiglie italiane si sono ristrette, sono invecchiate, ma le loro case sono rimaste grandi. Oggi in Italia vi sono oltre 7 milioni di individui che abitano soli – le “famiglie unipersonali non in coabitazione” sono il 29% sul totale delle famiglie del paese – di cui oltre 3,3 milioni – poco meno della metà – hanno un’età superiore a 65 anni (1). Di questa popolazione di over 65 che vivono soli, il 60% occupa alloggi di proprietà, di quattro stanze o più (2).

Una condizione che fa problema innanzitutto sul piano economico e gestionale, quando le case in questione – frequentemente inserite in complessi residenziali che sono già entrati nel quinto o sesto decennio di vita – iniziano a richiedere onerose operazioni di manutenzione straordinaria, e raggruppano un set di costi – imposte municipali, bollette relative ai consumi – che per varie ragioni ha subito un forte incremento negli anni recenti. Ma è una condizione che racconta anche di bisogni e disagi sul piano abitativo e relazionale, dalla percezione dell’insicurezza, alla solitudine, alla voglia di condividere momenti della propria quotidianità.

Credo vadano cercate in quest’intreccio di economia domestica e sentimenti umani le ragioni delle forme che il fenomeno dell’ospitalità domestica sta assumendo oggi nel nostro paese – e nelle maggiori aree urbane in particolare, dove il mercato degli alloggi in locazione continua a mostrare uno scarto netto tra domanda e offerta. Un fenomeno variegato, difficile da perimetrare, che in termini generali vede una popolazione proprietaria di alloggi sottoutilizzati offrire spazi a un’altra popolazione di utenti metropolitani – studenti, insegnanti, infermieri, lavoratori temporanei – che è alla ricerca di sistemazioni in affitto e a buon mercato.

«Si è allargato il range sia di coloro che offrono spazi, sia di coloro che li cercano» sostiene Monica Bergamasco, ricercatrice dell’associazione MeglioMilano che dal 2004 promuove un progetto di coabitazione tra la popolazione degli over 65 che abitano soli e quella degli studenti universitari fuori sede – oltre 98.000 giovani, il 54% degli iscritti negli atenei milanesi (3). Se resta dominante l’offerta di spazi da parte di anziani che vivono soli – il 60% sono donne – e che con i proventi dell’affitto di una o più stanze possono integrare la pensione, sono col tempo aumentate le offerte di spazio provenienti da altri soggetti: dai single 50enni che vorrebbero condividere la casa con un loro coetaneo, alle famiglie composte di un solo genitore con figli che desidererebbero ospitare una persona giovane.

Ma questo progetto di coabitazione milanese tra anziani e universitari non è che un caso particolare entro un campo molto diversificato di pratiche legate all’ospitalità in atto nelle case italiane – pratiche che vanno dall’affitto della stanza in più a fenomeni come il couchsurfing o Airbnb, che coinvolgono tipi di spazio domestico diversi, in tempi diversi, interessando utenti diversi – e che meritano di essere indagate proprio per la ricchezza delle strategie famigliari – economiche e spaziali – che raccontano. Strategie la cui conoscenza e interpretazione è oggi importante non tanto per immaginare nuovi modelli abitativi, quanto per mettere a fuoco alcune delle direzioni attraverso cui il patrimonio abitativo delle famiglie italiane dovrà essere modificato nei prossimi decenni.


(1) Elaborazione su dati Istat 2011 di Fabio Manfredini (Ladec, Politecnico di Milano).
(2) Elaborazione su dati Istat 2001 tratta dal rapporto di AeA, Le condizioni abitative degli anziani in Italia, Roma, aprile 2009.
(3) MeglioMilano, Osservatorio Qualità della Vita, 2013.



(Underused) rooms on offer
Federico Zanfi


Italian families have shrunk, have aged, but their houses have remained large. Today in Italy there are over 7 million people who live alone – the 29% of the total number of families – including about 3.3 million people aged over 65 years (1). 60% of the latter occupy a privately owned house with four rooms or more (2).

First, this condition poses a problem on the economic and management level, because the houses in question – often incorporated in residential complexes that are 50 or 60 years old – require costly maintenance operations, and bring together a set of costs – municipal taxes, utility bills – which for various reasons have increased sharply in recent years. Second, this condition also tells us about needs and difficulties related to the perception of insecurity, loneliness, and the desire to share moments of everyday life.

It is by looking at this mix of household economy and human feelings that we can find some explanations for the forms that the phenomenon of home hospitality is taking today in Italy – especially in major urban areas, where the market of rental housing still maintains a marked gap between demand and supply. It is a multifaceted phenomenon, difficult to precisely delimitate, that sees a population of home-owners offering underused spaces to a population of metropolitan users – students, teachers, nurses, temporary workers – who are looking for affordable accommodation.

«The range has widened both for those who offer spaces and for those who are looking for them», says Monica Bergamasco, researcher at the association MeglioMilano, which since 2004 is promoting a project of cohabitation between elderly people living alone and non-resident students – whose total number is 98.000, the 54% of those enrolled in universities in Milan (3). The larger part of accommodations involved in the project are offered by elderly people – 60% of which are women – who can integrate their pension income by renting a room or two. But there is an increasing quota of accommodations which is being offered from other entities: 50-year old singles who would like to share the house with someone their age, as well as families consisting of a single parent with children, who would like to host younger persons.

This cohabitation project between elderly people and students is just a particular case within a very diverse range of practices related to hospitality currently taking place in Italian homes – practices that vary from informal room-renting to phenomena like couch surfing and Airbnb, that transform different types of domestic space, in different times, involving different users – and that deserve to be investigated because of the economic and spatial strategies they unveil. The knowledge and interpretation of these strategies is now crucial, in order not just to imagine new models of living, but to focus on some of the directions through which the housing stock of Italian families will be transformed in the coming decades.


(1) Elaboration by Fabio Manfredini on data Istat 2011 at Ladec, Politecnico di Milano.
(2) Elaboration on data Istat 2001 taken from AeA, Le condizioni abitative degli anziani in Italia, Rome, April 2009.
(3) Taken from MeglioMilano, Osservatorio Qualità della Vita, 2013.



Guarda l’intervista in HD su Youtube/Watch the interview in HD on Youtube


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Milano – ospitalità domestica/<i>home hospitality</i>
Milano – ospitalità domestica/<i>home hospitality</i>